Nel DSM 5 (Manuale Diagnostico Statistico) il Disturbo da Accumulo viene definito quando: “l’individuo è incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno alcun significato affettivo”. Affinché tale disturbo sia diagnosticato devono presentarsi criteri di persistente difficoltà a gettar via o separarsi dai propri possessi, indipendentemente dal valore reale.

Caratteristiche del disturbo da accumulo

La difficoltà è dovuta al forte desiderio di evitare il disagio relativo alla separazione da tali possessi.

La difficoltà a gettar via produce un accumulo di un gran numero di possessi tale da ingombrare e riempire gli spazi di casa o del luogo di lavoro e impedirne l’utilizzo, se gli spazi vitali sono sgombri è grazie all'intervento di parti terze famigliari o addetti pulizie.

Sintomi del disturbo da accumulo

I sintomi causano disagio clinicamente significativo o impedimenti nelle importanti aree di funzionamento. I sintomi non sono dovuti a una condizione medica generale (es trauma cranico, disturbo cerebrovascolare, sindrome di Prader Will).

I sintomi non sono riconducibili ai sintomi di un altro disturbo mentale (es. ossessioni nel doc in cui di solito il comportamento di accumulo è indesiderato e crea forte disagio, ridotta energia nel disturbo depressivo maggiore, deliri nella schizofrenia o altri disturbi psicotici, deficit cognitivi nel disturbo neuro cognitivo maggiore...).

Trattamenti per il disturbo da accumulo

Esistono sia trattamenti farmacologici che psicologici per la cura del disturbo da accumulo, tra i trattamenti applicati in questo tipo di disturbo e per i quali esistono dati di efficacia, c’è la terapia cognitivo comportamentale che coniuga ERP con altre componenti della terapia cognitiva (basata sul modello sviluppato da Frost e Steketee). L’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP): consiste in sostanza nel far buttare velocemente una certa parte degli oggetti, bloccando i controlli sugli stessi. Funziona meglio se l’accumulo è associato al DOC.

Le componenti centrali del trattamento cognitivo comportamentale sono:

  • interventi focalizzati sulla motivazione al trattamento;
  • skill training (ovvero addestramento a capacità come la presa di decisioni o la risoluzione di problemi);
  • esposizione allo scegliere, buttare, non comprare.

Il paziente con l’aiuto del terapeuta impara a stare nella situazione stimolo (ad esempio davanti alla situazione “buttare un oggetto personale” oppure “non comprare qualcosa che sembra proprio una grande occasione”), che lo aiuta a trovare modalità alternative all’accumulo come risposta alla situazione.

Ristrutturazione cognitiva: si affrontano e modificano le convinzioni, temi personali (magari anche originati nell’infanzia) che hanno causato o mantengono il disturbo. Lo scopo centrale del trattamento è addestrare a imparare a sopportare di più la sensazione di “buttare via qualcosa di importante”.

Fonti:

  • American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore

  • “Il disturbo da accumulo”, Mancini F., Perdighe C.; 2014 Raffaello Cortina Editore”, Mancini F., Perdighe C.; 2014 Raffaello Cortina Editore